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mercoledì 28 agosto 2013

Come viviamo noi, cristiani siriani, in queste ore ....

Da Mar Yakub , PADRE DANIEL 


Cari Amici,
 sembra che il mondo  precipiti sempre di più verso una situazione apocalittica. Siamo nella battaglia contro i dominatori mondiali senza scrupoli che vogliono sottomettere tutti con i mezzi della menzogna e violenza. Cristo Gesù, che il Tuo Regno venga e che la Tua Volontà sia fatta, e quello  sarà  la cosa migliore per tutti.
 P. Daniel

( venerdì 16 agosto  – mercoledì 28 agosto 2013)


Sull’orlo di una nuova guerra mondiale Venerdì ci sono stati duri attacchi in Tripoli (Libano) che sono costati la vita a 42 uomini e 350 feriti. Sembra una rappresaglia perché Hezbollah sostiene l’esercito Siriano nella sua  battaglia contro il terrorismo. Dopo che l’esercito Siriano ha eliminato con successo altre importanti basi dei terroristi, c’è di nuovo un attentato in Damasco con tantissimi feriti. In tutto il paese, l’esercito Siriano  sta facendo pulizia dei terroristi, e per quello non ha neanche bisogno di armi chimiche. L’America e i suoi alleati, invece, vogliono a tutti costi la destabilizzazione della Siria.  Adesso stanno inventando un nuovo gesto offensivo. Come l’hanno già fatto per l’Iraq, la Jugoslavia e la Libia :  stanno producendo menzogne di ogni tipo per arrivare al loro scopo. Adesso annunciano che è certo che la Siria usa armi chimiche, dunque la linea rossa è stata superata. E tutto questo sotto il naso degli osservatori dell’ONU, che non hanno neanche avuto il tempo di redigere un rapporto! Tutto deve andare di fretta perché i terroristi in Siria sono quasi eliminati! Naturalmente non dicono che sono stati loro stessi che hanno organizzato questi attacchi chimici. L' America minaccia e invia già qualche nave con missili verso la Siria. Nel frattempo l’esercito Siriano ha scoperto una fabbrica di armi chimiche dei ribelli, ma la macchina di propaganda dell’Occidente continua a farneticare contro la Siria. All’arrivo delle navi Americane, la Siria, la Russia, l’Iran e  Hezbollah hanno fatto sapere esplicitamente che risponderanno ad ogni attacco e colpiranno sopra tutto Israele, il grande provocatore. La politica dell'America, impazzita, sembra all’inizio di una fase decisiva autodistruttiva, con conseguenze inimmaginabili tragiche per loro stessi, ma anche per una gran parte dell’umanità. Forse non succederà niente e gli Americani si accontenteranno di aver dimostrato di essere forti. Peccato per il loro insano apparato militare, con il quale hanno già cosparso il mondo intero. O il loro insano apparato militare è usato per portare morte e distruzione, oppure non è usato e allora saranno un sacco di quattrini sprecati, con i quali non hanno potuto saziare gli affamati del mondo intero.

Contro questo gesto offensivo militare, noi rispondiamo con un gesto offensivo spirituale. Tutta la domenica mattina, noi abbiamo fatto l’adorazione del Santissimo Sacramento. Inoltre decidiamo che durante i giorni consecutivi, dalle 6.00 fino alle 21.30 continueremo l’adorazione poichè il Regno di Dio trionferà.

La Domenica in generale è una giornata bellissima e libera, ma è meno piacevole quando non c’è più corrente durante la mattina. Senza luce si può pregare, ma preparare un pranzo è più difficile. Perciò abbiamo deciso di fare un piacevole pic-nic e faremo una buona cena. E così è stato. Flessibilità con le  proprie regole e usanze è una buona cosa per una sana vita cristiana.
 E’ cominciata  adesso la vera battaglia?  Martedì mattina c’è stato tanto traffico aereo con qualche sordo boato,  ma durante l’Eucaristia abbiamo provato un po’ di terrore. Dopo la messa ci siamo rifugiati nella cripta, dove abbiamo anche mangiato nella semi oscurità. Abbiamo ancora sentito qualche tuono sinistro e dopo c’è stato  un silenzio. Apparentemente c’era stata solo una preparazione  per un attacco breve ma forte. Dopo pranzo abbiamo lavato i piatti e non siamo più stati rintanati nei nostri rifugi.

Protesta contro i fratelli musulmani fanatici. Durante un processo non-democratico di Ergenekon del 5 agosto scorso, 275 capi militari, politici e altri, sono stati condannati per partecipazione ad un colpo di stato. Sono tutti uomini che si sono ribellati contro il totalitarismo dei fratelli musulmani e contro l’influsso onnipotente dell’ America e Israele. In Egitto è stato arrestato Mohamed Badie, il capo superiore dei fratelli musulmani . Il primo ministro Haxem-el-Beblaoui chiede che il movimento dei fratelli musulmani sia abolito come vaga confraternita  onnivalente e sia trasformato in una partito legale per poter partecipare in modo legale all’amministrazione del paese.
Una ripresa difficile in Siria.  Ci sono sempre più dichiarazioni di sostegno per la Siria. Alla Chiesa San Sepolcro di Gerusalemme, c’è stata una dimostrazione gigantesca per esprimere la solidarietà per i due vescovi rapiti in Aleppo e per i cristiani di Egitto. Nello stesso tempo, in tutta la Siria, l’esercito Siriano sta eliminando gruppi armati e i loro arsenali, soprattutto di al-Nousra.  Il 20 agosto, nella zona di Lattakia, hanno trovato una fossa comune di civili che sono stati assassinati dai ribelli. E sempre più chiaro che la Siria si batte contro un terrorismo sostenuto internazionalmente. La Siria rimprovera l’America di nascondere i suoi veri motivi con menzogne ed è molto chiaro che l ‘ America non vuole collaborare per la pace in Siria. Il gran mufti di Siria, Ahmed Baddar Eddin Hassoun ha incontrato in Damasco una delegazione Russa.  Egli ha dichiarato che la congiura contra la Siria ha come scopo di cambiare la tolleranza tra diversi credenti e mettere gli uni contro gli altri, come è già stato fatto in tanti paesi. “L’Amore è più importante che la preghiera”, ha concluso il Gran Mufti. Con questa occasione, il Gran Mufti ha ringraziato il ministro degli Affari Sociali Russo per il latte che la Russia ha regalato ai bambini Siriani e anche per le medicine e per tutto il sostegno Russo per la Siria. Vogliamo aggiungere che la Russia al momento è  il grande difensore dei cristiani. Nel giornale Siriano arabo si segnala anche che  in Belgio le città di Anversa  e Vilvoorde  hanno sanzionato le famiglie che hanno inviato terroristi in Siria. Il 21 agosto,  in un incontro a Damasco, Il Ministro degli Affari Esteri, Walid al-Moallem, ha disapprovato il comportamento di Israele, che dopo i suoi tre attacchi aerei nella Siria, si mostra contento che in Siria, Iraq e Egitto il terrorismo cresca, l’infrastruttura sia quasi distrutta e che l’economia sia paralizzata.
Purtroppo,  nel campo politico “il nostro fratello maggiore” è un protagonista della violenza crescente e  paralisi del Medio Oriente. La Siria è accusata di usare armi chimiche solo per provocare uno sdegno generale. E’ chiaro che al momento i ribelli hanno bisogno di aiuto (di armi). Ma forse stavolta queste menzogne non saranno più tanto facilmente accettate come prima. Il 21 agosto scorso l’esercito ha fatto un forte attacco nel sud-est di Damasco (Ghouta). Tantissime orrende immagini e filmati di cosiddette vittime di armi chimiche sono già stati distribuiti nella sera di 20 agosto. E lì si usano anche immagini dall’ Egitto. Teheran ha subito comunicato che ci sono abbastanza prove invece per l’uso di armi chimiche dai ribelli. La Cina ha ammonito gli ispettori di prendere contatto con il governo Siriano e di essere obiettivi. Anche il Vaticano è all’erta e dichiara che il governo Siriano non può essere accusato senza prove evidenti. In 2003, Colin Powell ha accusato l’Iraq dell’uso di gas tossici e aveva fatto un PowerPoint dimostrazione, di una bottiglia di gas che lui stesso aveva acceso. Dopo la distruzione dell’ Iraq, Colin Powell aveva ammesso la sua menzogna verso la comunità internazionale.

Ancora due testimonianze.
Qualche citazione di una  lettera aperta indirizzata al presidente della Francia e al suo ministro degli affari esteri. “…Sono un padre di una delle tante vittime della guerra in Siria. Mia figlia Pascal è stata uccisa nel bus che è stato attaccato da un gruppo armato dell’esercito Siriano libero che voi e i vostri alleati hanno sostenuto e incoraggiato dall’inizio…Se è vostro scopo di distruggere la Siria solo per proteggere Israele, credete veramente che la distruzione di un popolo porterà pace e tranquillità in Israele?...Lei  crede veramente di promuovere la civiltà con la distruzione dei cristiani? E’ vero, ci  sei riuscito, insieme con i tuoi alleati, a trasformare in pochi mesi l’amicizia tra musulmani e cristiani in Siria in una semi guerra confessionale. …come cristiani Siriani noi non vediamo le ragioni per lasciar distruggere il nostro paese e lasciar assassinare i nostri bambini, solo per idee corrotte che cambiano secondo gli interessi degli altri. “ (Claude Zerez, padre di Pascal che è morta a Homs il 9 ottobre 2012 all’età di 20 anni).

Monsignor Antoine Audo, gesuita e vescovo Caldeo di Aleppo, ha dichiarato di non partecipare al più grande evento di giovani a Rimini, organizzato dal Movimento Comunione e Liberazione, perché il vescovo vuole restare vicino ai suoi fedeli durante questa situazione tragica. Aleppo oggi è una città di martiri. Più della metà della popolazione è fuggita e l’ 80% non ha più risorse per sopravvivere. Tuttavia il Vescovo ci ricorda il festival coraggioso dei giovani ad Aleppo il 28 di luglio scorso e ci ha comunicato che alla fine di agosto ci sarà un nuovo “festival della speranza” , incoraggiata dalle parole e dall’attitudine di papa Francesco.

traduzione A.Wilking


Gregorio III: La democrazia si costruisce con la pace. L’attacco Usa è un atto criminale



Asia News 28/08/2013
 Il Patriarca cattolico di Antiochia invita i Paesi occidentali ad ascoltare l’appello del papa. Un’azione armata distruggerà qualsiasi ipotesi di dialogo e riconciliazione futura. I cristiani verranno relegati in un ghetto. Senza di loro non può esistere un islam moderato. La scomparsa dei cristiani è un pericolo per tutto l’occidente e per il mondo arabo.

"Ascoltiamo l'appello del Papa per la pace in Siria. Se i Paesi occidentali vogliono creare una vera democrazia devono costruirla con la riconciliazione, con il dialogo fra cristiani e musulmani, non con le armi. L'attacco pianificato dagli Stati Uniti è un atto criminale, che mieterà altre vittime, oltre alle migliaia di questi due anni di guerra. Ciò farà crollare la fiducia del mondo arabo verso il mondo occidentale". È quanto afferma ad AsiaNews Gregorio III Laham, patriarca greco-cattolico di Antiochia, di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. 
L'appello giunge a poche ore dalle voci di un attacco imminente degli Stati Uniti contro Damasco. L'operazione è appoggiata da altri Paesi: Francia, Gran Bretagna, Turchia e Lega Araba. In questi giorni il prelato ha diffuso in tutte le parrocchie della Siria l'appello pronunciato lo scorso 25 agosto da papa Francesco.
"La voce dei cristiani - afferma il patriarca - è quella del Santo Padre. In questo momento occorre essere pragmatici. La Siria ha bisogno di stabilità e non ha senso un attacco armato contro il governo".
Gregorio III si domanda: "Quali sono le parti che hanno condotto la Siria a questa linea rossa? Chi ha portato la Siria a questo punto di non ritorno? Chi ha creato questo inferno in cui vive da mesi la popolazione?". "Ogni giorno - spiega -  in Siria entrano estremisti islamici provenienti da tutto il mondo con l'unico intento di uccidere e nessun Paese ha fatto nulla per fermarli, anzi gli Stati Uniti hanno deciso di inviare ancora più armi". Il prelato sottolinea che l'attacco pianificato dagli Usa colpirà soprattutto la popolazione siriana e non è meno grave dell'uso di armi chimiche.
Secondo il Patriarca, i Paesi occidentali continuano a sostenere un' opposizione che non esiste, che non ha alcuna autorità sul campo. "I lavori per la conferenza di Ginevra 2 - sottolinea - sono fermi. La parola dialogo è ormai dimenticata. Per mesi i Paesi occidentali hanno perso tempo a discutere, mentre la gente moriva sotto le bombe di Assad e per gli attacchi degli estremisti islamici di al-Qaeda".
Gregorio III avverte che una eventuale vittoria degli islamisti darà vita a un Paese diviso in piccole enclavi, confinando i cristiani in un ghetto. "La nostra comunità si riduce ogni giorno. I giovani fuggono, le famiglie abbandonano le loro case e i loro villaggi". 
Per il prelato "la scomparsa dei cristiani è un pericolo non solo per la Siria, ma per tutta l'Europa". "La nostra presenza - afferma -  è la condizione essenziale per avere un islam moderato, che esiste grazie ai cristiani. Se noi andiamo via, non potrà esservi in Siria alcuna democrazia. Tale tesi è sostenuta anche dagli stessi musulmani, che temono la follia islamista. In molti affermano che non si può vivere dove non vi sono i cristiani". 

http://www.asianews.it/notizie-it/Gregorio-III:-La-democrazia-si-costruisce-con-la-pace.-L%E2%80%99attacco-Usa-%C3%A8-un-atto-criminale-28855.html



Un  SMS dalla Siria:


"Qua la gente e' in panico. Tutti parlano dell'attacco Americano".

Dentro di me e di tantissimi siriani (compreso i cristiani) c'e’ un' angoscia ed una tristezza di tutto quello che si sta succedendo. 
Angoscia perchè ci sentiamo soli, abbandonati e sbattuti nel nulla. Tristezza perchè se l’America con i suoi alleati facessero un attacco noi civili siriani piangeremmo tantissimo per la caduta dei morti innocenti. Non mi raccontate la buggia delle armi intelligenti, perche abbiamo visto quanti morti sono finite tra le mani della Nato in Libia, Iraq…i missili intelligenti sanno chi e' il cattivo e chi e' il buono? Non esistono armi intelligenti, esistono solo disastri e massacri e che verranno fatti sotto il nome di "difendere i civili ". 
Quanti siriani devono morire ancora perchè l'Occidente capisca che la democrazia e la liberta’ non viene mai realizzata con le armi? Quante bugie deve raccontare l’America per convincere il mondo che quello che sta per fare e’ una mossa nobile, e quello che sta per fare e' per il bene del popolo siriano? Perchè l'America non aspetta il risultato del gruppo nazionale che’ stato mandato in Siria per vedere se e’ vero che il governo siriano ha fatto l’attacco chimico o no? Perchè le accuse sono pronte sempre prima? Perchè le Nazioni Unite ha mandato questo gruppo di scienziati chimici dopo 5 mesi dell’attacco chimico a Khan Al-Asal (periferia di Aleppo) ? forse perchè erano stati i ribelli? Perchè l’America dice che il governo siriano ha fatto ritardare l’entrata degli investigatori chimici nella periferia di Damasco, nonostante che il rappresentante dell' Onu e’ venuta sabato sera, e domenica si e’ messa d’accordo con il governo ad entrare e lunedi sono entrati. Allora che intende l’America nella parola “ ritardo “? Sembra che l’America non può più trovare una bugia ben fatta per attaccare la Siria per cui ha capito che deve interferire direttamente in Siria perchè tutti quelli che aveva usato contro di noi sono falliti. Ormai noi siriani (cristiani) nonostante l’angoscia e la tristezza, nonostante i colpi dei Mortai che ci regalano i ribelli in continuo e cadono sulle nostre case, sulle nostre chiese, sulle nostre moschee, sulle nostre scuole. 
Noi siriani (cristiani) continuiamo a vivere, e sperare nel domani. Perche la Madonna di Al-sufania ci ha detto:” Conservate e tenete duro il vostro cristianesimo orientale “.
Pregate per noi!
Samaan

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Dal Meeting 2013 - Nella prova si vive

Accanto a chi ha perso tutto resta la Chiesa

Rimini, 24 agosto 2013

Chiese date alle fiamme, carbonizzate. Tabernacoli anneriti dal fumo, pavimenti divelti, vetrate in frantumi. A oggi i cristiani fuggiti dalla Siria sono 562mila. La croce di Cristo come prigioniera di guerra, processata in una sala della chiesa divenuta tribunale della Sharia, condannata e sottoposta alla distruzione di tutte le sue parti. La statua della Madonna fucilata perché non portava il velo integrale, giustiziata per decapitazione. Le foto che scorrono sul maxischermo dell’auditorium D5 durante l’incontro conclusivo del Meeting 2013 sono chiarissime. Le ha portate padre Antranig Ayvazian, capo spirituale degli armeni cattolici dell’Alta mesopotamia, Siria del Nord. “Questa non è la Siria, da sempre luogo di convivenza e incontro tra ebrei, cristiani e musulmani”.

Roberto Fontolan, direttore del Centro internazionale di Cl e moderatore, commenta: “Sottolineiamo con le nostre povere forze lo stare con l’altro. La nostra esperienza non può essere vera se non abbraccia il dolore”. Un dolore che non riguarda solo questa parte d’Oriente. L’incontro ‘Nella prova si vive’ si è aperto con il reportage di Riccardo Bicicchi girato in Nigeria. Anche lì chiese bruciate, attorno una terra brulla. Il colore che domina è il giallo chiaro della sabbia. Dentro tutto quel chiaro una donna nera cammina, sulla testa un secchio d’acqua. Povertà. È lunga la lista delle persone fucilate, sgozzate. Il parroco di Mubi mostra dallo schermo del telefonino le foto del portone della sua chiesa attraversato dai proiettili. Dentro un ragazzo riverso, la gola tagliata. Accanto, il corpo della madre, fucilata perché piangeva sopra il figlio. “Ma che esseri umani sono quelli che ammazzano una madre che piange il figlio ucciso?”, si chiede il sacerdote. In quella zona è una setta a farla da padrona. Boko Haram. Per loro tutto ciò che è occidentale è malvagio. Anche le scuole, gli ospedali, i farmaci. Il vescovo di Maiduguri parla chiaro: “I politici manipolano questa setta per i propri scopi”.

A due anni dall’inizio del conflitto la Chiesa siriana è tornata alle catacombe. I cristiani fuggiti, dispersi. Nella migliore delle ipotesi sono divenuti profughi. Nella peggiore, uccisi. “I cristiani arrivano di notte - prosegue padre Antranig Ayvazian - chiedono i sacramenti, si sposano di nascosto, senza segni esteriori”. È fermamente convinto che tutto ciò non accada a opera di siriani. “Più di 140mila guerriglieri sono entrati dai confini aperti”. Una notte è svegliato da una telefonata. Un uomo gli chiede i cadaveri dei compagni. Martiri, li chiama. Altrimenti fa saltare ospedale e cappella. Quella con le reliquie di altri martiri,quelli armeni”. Padre Antranig va, da solo, a incontrarlo. Si trova un drappello armato. Li saluta. Nessuno risponde. Perché nessuno parla siriano. Il comandante gli dice che vengono dal Qatar. “Ho trovato i corpi, glieli ho portati, i piedi già divorati da cani e volpi.
Era felicissimo”. Aggiunge: “Erano bravi ragazzi. Avevano avuto l’ordine di venire a uccidere gli infedeli. Volevano sgombrare la città dai cristiani”. E, rivolgendosi alla platea: “Ma se io e voi siamo cristiani è per la conversione di san Paolo sulla via di Damasco, è perché c’è la Siria”.

“La Siria non esiste più”, interviene padre Nawras Sammour, incaricato del Jesuit Refugee Service per il Medio Oriente e il Nord Africa. Infila una serie di impressionante di cifre.
Oltre centomila morti di cui 15mila bambini. Entro il 2013 raddoppieranno. No, si corregge, triplicheranno. Gli sfollati, coloro che hanno lasciato la propria casa senza andare fuori dai confini, sono tre milioni e mezzo e non hanno nulla. Solo i vestiti che hanno addosso. Chi non ha voluto abbandonare l’abitazione è senza lavoro e al di sotto della soglia della povertà: due milioni e mezzo siriani. I profughi nei paesi limitrofi sono due milioni e stanno crescendo. La Siria è un paese svuotato. L’intellighenzia e i capitali sono stati i primi ad andarsene.
Altre foto sullo schermo. Una mensa da campo, un volontario che mescola un pentolone colmo di cibo, si direbbe couscous o riso. Garantisce cinquemila pasti nella regione rurale di Damasco. È il lavoro di questo sacerdote, al fianco di chi è rimasto. “Serviamo 17mila famiglie. Diamo materassi, coperte, vestiti, assistenza medica a 12mila persone in tutta la Siria. Svolgiamo attività psicosociali per i bambini che hanno visto quelle atrocità. Quando i genitori vedono ciò che compiamo sui bambini si fidano di noi. L’80% delle famiglie che
aiutiamo sono musulmane”.
Per sostenere un paese così lacerato dal conflitto servono soldi. L’opera di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre ha messo nelle mani di sacerdoti e vescovi siriani 1.096.574 euro. Li ha contati fino all’ultimo il direttore dell’Opera per l’Italia, Massimo Ilardo. “L’aiuto ai profughi non era il nostro compito primario. In Siria sostenevamo la costruzione di chiese, l’educazione dei seminaristi, A gennaio abbiamo organizzato a Damasco un forum sulla famiglia”. Ma il fondatore dell’opera, padre Werenfried van Straaten, invitava ad asciugare le lacrime di Dio ovunque egli pianga. “Anche i musulmani si rivolgono a noi. La gente là si fida dei religiosi e religiose che affrontano le stesse difficoltà del popolo”. Sullo schermo viene proiettata la preghiera d’intercessione per la pace in Siria e Ilardo ne legge il testo. A poco a poco tutto l’auditorium prega con lui.

Sale sul palco Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. “Mai come quest’anno l’esperienza ha vinto su tutto. Ancora una volta, adesso. È appena accaduto: il testo proposto è diventato preghiera per tutti”.

(fonte:http://www.meetingrimini.org/default.asp?id=673&edizione=5674&item=5&value=0&id_n=14127)

Preghiera

Dio di compassione ascolta il grido del popolo della Siria,
dona conforto a coloro che soffrono a causa della violenza,
dona consolazione a coloro che piangono i propri morti,
dà forza ai paesi vicini perché accolgano i rifugiati,
converti il cuore di quelli che hanno fatto ricorso alle armi
e proteggi chi si impegna per promuovere la pace.
Dio di speranza ispira i governanti a scegliere la pace al posto della violenza
e a ricercare la riconciliazione con i nemici,
ispira compassione nella Chiesa universale per il popolo siriano
e dacci la speranza di un avvenire di pace fondato sulla giustizia per tutti.
Noi ti chiediamo questo attraverso Gesù Cristo Principe della pace e Luce del mondo.
Amen
(Fonte: un amico)