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sabato 17 marzo 2012

Mère Agnès Mariam de la Croix intervistata alla TV francese Europe 1

IL PUNTO DI VISTA DELLA MADRE SULLA SITUAZIONE IN SIRIA
L'intervista di Jean-Pierre Elkabbach  risale al febbraio 2012, ma è ancora di estremo interesse
Traduzione in italiano a cura della Fraternità Maria Gabriella

 Jean-Pierre Elkabbach: Oggi Homs è una città ferita,  insanguinata, ripetutamente colpita ; è bombardata dall’ esercito regolare che sta battendo casa per casa. Perché Homs è tanto presa di mira ?
Madre Agnès-Mariam della Croce : E’ diventata il bastione, il simbolo della resistenza ed è anche divenuta un ghetto dove la comunità internazionale promette tantissimo  ma in realtà è incapace di portare aiuto alle persone in pericolo.
J-P E. : Perché dice ghetto ?
M.A-M : Perché è accerchiata e comincia a mancare tutto.
J-P E. : Dunque dice « il ghetto di Homs »?
M. A-M : Il ghetto di Homs, di Bab Amra più esattamente.
 J-P E. : Vuole dire che non è tutta la città che é colpita, ma i nuovi quartieri. Che ci abita ?
M. A-M : Sono ribelli a maggioranza confessionale sunnita che vi si sono nascosti per portare avanti la resistenza.
 J-P E. : E’ una svolta militare? in che cosa è diverso delle settimane precedenti dove si parlava dell’esercito che era già presente ?
M. A-M : Penso che nel passato si trattava un pò di un gioco come « il gatto e il topolino » ma niente era ancora deciso, ma si lasciava deteriorare la situazione  da entrambe le parti, mentre oggi  il semaforo verde è stato dato per annientare la ribellione.
J-P E. : E dato da chi ?
M. A-M : Penso che sia stato dato dal governo siriano.
J-P E.. : Vuole dire dal présidente Bachar el Assad ?
M. A-M : Si certo, niente si può fare senza di lui.
J-P E. : Vi sono altre città accerchiate dall’ esercito in questo momento ?
M.A-M : L’esercito accerchia città con velleità di resistenza, sia per negoziare, sia per annientare.
J-P E. : Il regime attuale della Siria è denunciato dal mondo intero, tranne che da Russia e Cina. Il regime usa la forza contro una parte del popolo. Può tenere ancora molto tempo così ?
M. A-M :Personalmente credo che il regime fondato da Hafez el Assad è già caduto, dato che il multipartitismo è già in vigore in Siria. I giovani hanno domandato che nuovi  partiti fossero fondati e si può dare la propria opinione senza esser repressi. Perché il presidente Bachar el Assad è spinto ad operare aperture verso la democrazia.
 J-P E. : Sì, è forse l’effetto della primavera araba ; ma il regime non crollerà da solo.
M.M-A : Il regime è già crollato nella sua parte ideologica.
 J-P E. : Oggi lei ritorna in Libano, luogo del suo esilio, e vedremo perché lei è esiliata. Lei ha sempre vissuto a Homs, è vero che alle quindici la città si ferma e cominciano gli spari?
M. A-M : Ho visto questo coi miei propri occhi. Questa cosa ci ricorda lo scenario della guerra civile in Libano. Homs è in gran parte simile a Beyrouth durante gli anni della guerra civile.
J-P E. : Si conosce il quartiere dove Edith Bouvier si rifugia. Il suo fotografo è riuscito a entrare in Libano a 30 chilometri di lì. Come salvare Edith Bouvier ? Come salvarla, come farla evacuare, come farla uscire di lì ? ( Nota dei traduttori : Il 1 marzo ha lasciato la Siria ed è  arrivata all'ambasciata francese a Beirut, in Libano, E. B. la giornalista ferita che era rimasta intrappolata a Homs)
M.A-M :Credo che non ci sia un altro modo che l’intervento della Croce Rossa internazionale con l’accordo della Croce Rossa siriana.
 J-P E. : Ma Damasco rifiuta di lasciare intervenire né la Croce Rossa internazionale né quella locale.
M.A-M : Bisogna veramente insistere perchè vi sia un momento di pace, di stabilità perché si possa entrare.
 J-P E. : Una sorta di cessate il fuoco..
M.A-M : Sì perfettamente.
J-P E.. Questo è ciò che domanda il governo francese e Alain Juppé.
Conosce questo tunnel di cui parlava il giornale Libération ?
M. A-M : Sì. E’ molto famoso. Sono costruzioni sanitarie, che erano usate peraltro per il contrabbando e che oggi sono davvero un mezzo di comunicazione con il mondo esterno, in particolare il Libano nord.
J-P E. : Vuole dire che conduce al Libano. E quali cose passano di lì ?
M.A-M : Allora : prima passa l’alimentazione, i medicinali, ma anche armi.
 J-P E. :.E’ questo il solo tunnel oppure ne esistono altri ?
M. A-M : Ce ne sono altri.
 J-P E. : Si dice, madre Agnès –Mariam che questa guerra è una guerra civile. E’ anche una guerra etnica e religiosa ?
M. A.M : Credo piuttosto che siamo dirigendoci verso una guerra confessionale, poiché si esacerbano da entrambe le parti inimicizie confessionali, e questo è molto male.
 J-P E. :Certo non è tanto semplice. Ma le due comunità esistevano, alaouite e sunnite, coabitavano. Oggi stanno uccidendosi, ma hanno coabitato.
M. A-M : Ecco, il tessuto sociale è stato scosso e la fiducia mutua è stata smussata. Ecco la componente. Non è tutta la popolazione, certo, ma almeno una parte della popolazone ha accettato di entrare in una mentalità di confronto confessionale.
 J-P E. : E sono tutti armati..
M.A-M : Si sono armati. Sì, purtroppo una componente è armata. Quella della resistenza, mentre  per l’altra le armi sono l’esercito del governo.
 J-P E. : E’ vero che vi sono rapimenti in ogni campo e che  si moltiplicano ?
M. A-M : Siamo stati di questo testimoni e a volte abbiamo negoziato tra le comunità religiose che purtroppo sono antagoniste. Ma attualmente quelli che vogliono fare il gioco dell’ antagonismo dico che non è la maggioranza del popolo siriano…
 J-P E. : Ma vi sono rapimenti, me lo raccontava…
M. A-M : Sono rapimenti e antirapimenti.
 J-P E. : Vuole dire…scambi ?
M. M-A : Perfettamente.
 J-P E. :…Prendo tuo padre e io vengo a cercare tuo figlio, tua sorella, la tua famiglia…
M. A-M : Ecco. Per evitare il massacro, oppure evitare una riscatto troppo oneroso.
 J-P E. :  Si mette un prezzo per ogni testa ?
M A-M : Si, tra 20.000 e 40.000 euro.
 J-P E. : Una sola persona ?!
M. A-M : Sì e si svolge nel corso di parecchi mesi e purtroppo non è stato scoperto dalla stampa.
 J-P E. : Lei stessa, ha visto i primi morti negli ospedali di Homs oppure no ?
M. A-M :Sono andata 3 volte a Homs e vi ho anche passato delle notti. Ho visto con i miei propri occhi gli ospedali di Homs pieni di cadaveri che arrivano al ritmo di 3 o 4 per ora. In una sola giornata abbiamo contato 100 cadaveri e non vi era più posto nell’ obitorio.
Erano accatastati fino  fuori. Non vi era nemmeno un posto sulle barelle.
 J-P E. : Li ha visti lei stessa ?
M.A-M :Li ho visti con i miei propri occhi e credo che le cifre che vengono diffuse sono fittizie: vi sono più morti in Siria e ciò non è riportato dalla stampa internazionale che è troppo unilaterale.
 J-P E. : Ma ogni morto ha un volto e un nome ! Si sa l’identità di chi è morto ?  
M.A-M :Ho chiesto alla Croce rossa siriana e agli ospedali sirani, soprattutto della mia diocesi, di darmi i nomi e abbiamo fatto delle liste di nomi, ci sono dei «  veri vivi » che sono divenuti dei «  veri morti », mentre le cifre anonime non dicono niente della situazione reale che prevale in Siria.
 J-P E. : Allora, Madre Agnès-Mariam, dicevo poco fa, lei è un personaggio abbastanza controverso, lei è in esilio in Libano. Il suo nome è su delle liste nere, lei è minacciata di morte, da chi ?
M. A-M :Attualmente credo che la minaccia viene da ogni parte, perché quando si entra nella sfera pubblica, si trova sempre qualcuno che cerca di utilizzarti.
 J-P E. : I ribelli e i rivoltosi di una parte, ma anche il regime di Bachar el Assad ?
M. A-M : Sì certo,  forse non direttamente, ma vi sono sempre manovre che potrebbero essere usate per fare luce su dei cristiani che sono in pericolo e allora potremo essere presi di mira.
 J-P E. : Lei sa che diverse voci circolano a proposito della sua persona ?
M. A-M : Sì
 J-P E. : Si dice che era vicina al regime di Damasco, di Bachar el Assad e di sua moglie.
M. A-M . Purtroppo, mi dispiace.
 J-P E. : Si dice , oppure è la verità ?
M. A-M : No, non è la verità. Si fa di me una caricatura. Non si capisce niente della mia azione e non voglio giustificarmi. I fatti diranno ciò che faccio e perché lo faccio.
 J-P E. : Ma si criticano per esempio, i suoi contatti con i servizi segreti siriani,
M. A-M :…Sa che in Siria con 23 milioni di abitanti, sono ben la metà nei servizi segreti ! Se parlo con il negoziante, lo è forse…e va forse a dare informazioni.
 J-P E. : Ma adesso, lei è favorevole  alla caduta reale di Bachar el Asaad ?
M.A-M :Sono favorevole a questo : che il popolo siriano sia ascoltato nella sua totalità e decida egli stesso del suo avvenire senza che vi siano ingerenze intempestive che non fanno che  aggravare la situazione.
 J-P E. :Ma questo si può fare se Bachar el Assad  rimane al suo posto ?
M. A-M : Io domando che vi sia davvero una posizione responsabile per fermare l’effusione di sangue.
 J-P E. :Su domanda di France2 , lei aveva aiutato Gilles Jaquier e la sua equipe d’ «envoyé spécial » a ottenere dei visti d’ingresso a Damasco e a Homs. Non l’ha accompagnato a Homs. Il governo e l’esercito siriano sapevano dove era la stampa ?
M. A-M : Quel giorno, no. Perché erano entrati senza voler essere accompagnati e sono arrivati al luogo dove sono stati bombardati, dunque da persone armate non identificate, sono arrivati per caso.
 J-P E. : E’ caduto in una trappola ?
M. A-M : No, era una manifestazione pro regime che è stata  bersaglio di un attacco.
 J-P E. : Si sente, lei che l’ha sostenuto ma non accompagnato, in parte responsabile ?
M. A-M : No, no, no, credo che Gilles Jaquier è arrivato lì per caso e poi ha davvero condiviso  il destino di una popolazione che è stata quotidianamente bombardata.
 J-P E. : Spero che la sua famiglia e la Francia conosceranno presto la verità.
Lei pensa che bisogna  consegnare le armi ai ribelli?
M. A-M . No. Sono contro. Alla signora Hillary Clinton, dico che non bisogna consegnare delle armi ma fermare l’effusione di sangue.
 J-P E. : Ma quale è la soluzione ?
M. A-M : La soluzione è il dialogo e il pluralismo in Siria e lasciare il popolo siriano decidere di se stesso.

TRADUZIONE :Fraternità Maria Gabriella